La grafologia è una scienza che rivela, attraverso lo studio del movimento grafico naturale del soggetto, la sua personalità, il suo temperamento, il suo intelletto, le sue capacità professionali e sociali, ma anche quelle che possono essere le predisposizioni morbose interne.
Il prodotto dell’analisi grafologica rappresenta un ritratto psico-socio-comportamentale, molto vicino a quello degli psicologi, ma in tempi decisamente più ridotti.
L’utilizzo della grafologia come strumento di profiling produce responsi ricchi e definiti, destinati a completare e potenziare le informazioni di psicologi e psichiatri forensi, oltre ad affiancare gli investigatori nelle loro attività di interrogatorio, sia che si tratti del sospettato, della vittima o dei testimoni.
Tutti gli studiosi concordano sul fatto che la comprensione dei meccanismi psicologici, le determinazioni e le reazioni di una persona ad una situazione necessitano di qualità psicologiche, intuitive, empatiche e professionali che consentano di andare oltre quello che potrebbe essere definito logico.
Diversi studi hanno dimostrato che un’alta percentuale di persone è capace di compiere atti di estrema crudeltà, che sono considerati scioccanti per la società. La differenza tra coloro che sono capaci di compierli e quelli che li compiono nell’azione è dovuta da molteplici cause: ambiente, educazione, problemi di varia natura.
L’indagine sul soggetto violento è tenuta a verificare tutte le anomalie nella vita dello stesso che potrebbero aver contribuito a tali azioni. Una possibile causa delle difficoltà di un’indagine di questo tipo è il partire dal presupposto che tutti i criminali debbano soffrire di un disturbo patologico.
L’idea che la violenza, commessa da una persona considerata normale e accettata dalla società, diventa quasi inaccettabile, ma in realtà non è così difficile che succeda.
Che cosa possiamo chiedere alla grafologia in questo ambito? Molto, moltissimo! Le situazioni complesse da risolvere devono sfruttare ogni dettaglio e utilizzare ogni metodo investigativo a loro disposizione che a volte significa introdurre le risorse “meno convenzionali”, ma ultimamente essenziali all’interno dell’indagine.
L’area di competenza della grafologia, attraverso l’interpretazione della grafia di un individuo, al fine di un ritratto psico-socio-comportamentale, si unisce al lavoro degli psicologi e dei profiler nella loro sfida di entrare negli angoli più nascosti di menti molto diverse, oltre che scoprire, comprendere e spiegarne i ricorsi ed anche per fornire indizi sul modo migliore di approcciarsi ad essi.
Nel passato uno dei primi studiosi grafologici in questa direzione è stato J. Crépieux-Jamin, che evidenziò il legame tra la grafia e l’inclinazione verso i crimini. Lo stesso è autore di uno dei più importanti libri di grafologia Les éléments de l’écriture des canailles (1925).
Fondamentalmente, il grafologo riesce attraverso una produzione scritta ad entrare nella mente umana e fornire indizi al fine di spiegare e comprendere il perché di azioni criminose.
Il legame tra la scrittura e l’individuo può essere spiegato con un esempio semplice legato alla gestione della casa. Il modo in cui è disposta, gli oggetti che contiene, il modo in cui vengono esposti, cosa viene valorizzato e cosa no, l’ordine o il disordine, la definizione degli spazi, tutto parla del proprietario, della persona che la possiede e la gestisce.
Il modo in cui il proprietario si relaziona con lo spazio di quella casa è legato alla sua personalità, ai suoi valori morali e sociali, ai suoi interessi, al suo modo di pensare e di agire.
Per il grafologo, il foglio di carta rappresenta quella casa, la proiezione delle caratteristiche psicologiche dell’individuo. È importante affermare, come regola generale, che non esiste una “scrittura del criminale”, ma esistono indizi grafici ben definiti sul potenziale criminale di quella persona.
Non esiste una persona completamente onesta né una completamente disonesta. Ognuno di noi, se e quando lo ritiene necessario, sceglie di mentire oppure di omettere/nascondere alcuni dettagli alle persone con cui entra in contatto.
Da un profilo grafologico possiamo ritrovare un potenziale criminale al quale il contesto sociale fornisce la possibilità di attivare o tenere sotto controllo. In altre parole, non può esistere una compilazione di movimenti grafici, che se riscontrati in un campione di scrittura, possano automaticamente collocare una persona nella categoria di criminale. Altresì, si possono identificare i segni specifici di un potenziale comportamento patologico bisognoso di commettere un crimine.
Come nelle altre discipline scientifiche anche in ambito grafologico si mettono in evidenza quali possono essere le tendenze violente ed arrivare poi a valutazioni di contesto su quali sono stati i fattori scatenanti.
Portando un esempio concreto, il sentimento di disprezzo nei confronti della propria esistenza, le esperienze sociali fallimentari, possono indurre una persona con un quadro grafologico considerato debole/negativo in uno stato di profonda difficoltà tanto da scatenare un disimpegno sociale che può portare a commettere un reato.
Le scienze come la psicologia, la criminologia o la grafologia, che fanno molto di più di una valutazione oggettiva della pericolosità o di una classificazione teorica del soggetto , mettono in risalto, le connessioni, i modelli di relazione, gli elementi immaginativi, le reazioni causa-effetto che definiscono la persona nella sua specificità ed unicità.
Dott.ssa Romina Casella – Grafologa e Psicologa