La scrittura non mente, anche quando si prova a modificarla per avere una calligrafia migliore o imitare quella di qualcun altro, essa conterrà sempre tratti involontari capaci di raccontare le caratteristiche di chi l’ha prodotta.
Che cosa si intende dicendo che la grafologia identifica i tratti della personalità di un soggetto? L’elenco degli aspetti che emergono da una valutazione grafologica sono diversi e comprendono temperamento, intelligenza, volontà, interessi e ancora le modalità comunicative, le nostre difficoltà, i nostri blocchi e tutto ciò che l’anima esprime.
Che cosa guarda il grafologo all’interno della scrittura?
Sicuramente la distribuzione generale della stessa sul supporto cartaceo che rivela nell’immediato, per un occhio esperto, come la persona si relaziona col mondo esterno, ma non basta perché l’attenzione dovrà cadere anche sulla dimensione delle lettere importanti per capire quanta autostima ha la persona che scrive e se tende ad essere introversa od estroversa.
Importantissima è la forma delle lettere che rappresenta un indicatore della vivacità intellettuale, del gusto estetico e del livello evolutivo grafico raggiunto nonché della sicurezza nelle proprie azioni.
Invece, i legami tra le lettere ci dicono tanto sulle relazioni interpersonali, la capacità di esprimere idee e sentimenti, l’apertura o chiusura nella comunicazione.
Facciamo finta che ogni lettera rappresenti una persona ed il collegamento è il nostro braccio che si lega ad un altro braccio.
Se il collegamento/braccio è curvo, morbido e con il dovuto spazio, come nella vita rappresenta il legame migliore in quanto con generosità si lascia spazio all’altro mantenendo l’amorevolezza nel rapporto. Se il braccio è teso, molto vicino alla persona che ci affianca, come nella vita crea soffocamento e tensione.
Usando l’immaginazione e sostituendo le lettere alle persone ci accorgiamo quanto sia importante il tipo di legame e come il significato grafologico coincida con quello umano. Lo stesso quando le lettere sono prive di collegamento ed evidenziano uno stacco tra una lettera e l’altra, come nello stampatello, ci ritroviamo davanti alla volontà conscia o inconscia di non voler legami di varia natura col prossimo.
Un altro elemento importante è la forza premente che ognuno di noi immette sul foglio attraverso la penna.
Ci racconta il livello di vitalità che una persona possiede, più forte è la pressione e più questa persona porta all’esterno la sua forza interiore. Attenzione però perché tale forza può essere funzionale se ben canalizzata oppure irrompente e distruttiva se in contesto scompensato.
Sicuramente se entra in una sala una persona che possiede una scrittura dal calibro grande, dai collegamenti morbidi e dalla pressione decisa sarà difficile che non cominci a relazionare e trasportare il prossimo con la vitalità che la contraddistingue.
Diverso sarebbe per una persona che ha una scrittura dal calibro minuto, collegamenti angolosi e pressione leggera, sicuramente sceglierà il posto a sedere più isolato e nessuno si accorgerebbe della sua presenza.
Adesso prova tu a pensare a quando entri in una sala dove ci sono delle persone, come ti comporti e vedrai che la tua scrittura te l’aveva già suggerito.
Dott.ssa Romina Casella – Grafologa e Psicologa