Una firma può essere considerata un’imitazione e quindi un falso quando il falsario cerca deliberatamente di riprodurre la firma di un’altra persona deformando la propria scrittura per avvicinarsi il più possibile al modello originale.
Questo tipo di falsificazione implica uno sforzo consapevole e mirato, ma nonostante la cura e l’attenzione del falsario, la riproduzione risulta inevitabilmente priva di alcune caratteristiche distintive che contraddistinguono una firma autentica.
In generale, in un’analisi grafologica vengono osservati diversi aspetti: dal modo in cui la linea prende forma e si muove (ductus), alla pressione esercitata sul foglio, fino alla continuità dei legamenti tra le lettere, alle proporzioni tra le varie parti della scrittura e ai cosiddetti segni fuggitivi che sfuggono al controllo volontario.
Questi dettagli, apparentemente marginali, hanno invece un grande valore perché difficilmente possono essere riprodotti da chi tenta una falsificazione.
Come spiegava lo studioso Ludwig Klages, quando si prova a modificare volontariamente la propria scrittura si riesce a intervenire solo sui tratti più evidenti, mentre i particolari inconsapevoli restano a testimonianza della vera mano scrivente.
L’imitazione può avvenire attraverso diverse modalità, ciascuna con peculiarità e indizi che possono rivelare la natura fraudolenta della firma.
Una delle tecniche più comuni è l’imitazione per copiatura, che può essere pedissequa e servile oppure a memoria o a mano libera.
Consiste nel creare una firma utilizzando lettere o sillabe ritagliate da testi originali differenti, assemblate come un puzzle per formare una nuova firma.
Questo metodo, sebbene sofisticato, presenta evidenti segni di incoerenza grafica. Gli elementi grafici non si collegano fluidamente tra loro e la pressione, il ritmo e gli spazi risultano irregolari. Inoltre, attraverso strumenti di ingrandimento, è possibile individuare segni di ritaglio o montaggio, che confermano la natura artificiale della firma.
Qui il falsario utilizza un modello di firma autentica che viene ricalcato o trasferito direttamente sul supporto finale. Questo processo prevede che la firma originale venga sovrapposta al foglio da firmare e che il tracciato venga ricalcato a mano.
Tale tecnica, tuttavia, presenta inevitabili imperfezioni, poiché il falsario opera in posizioni scomode, spesso appoggiandosi a superfici trasparenti come vetri o finestre.
Le firme realizzate con questa modalità rivelano tratti oscillanti, esitazioni, stacchi innaturali e riprese che non si trovano in una firma spontanea. Inoltre, quando più firme vengono riprodotte dallo stesso modello, la loro identica corrispondenza diventa un chiaro indicatore di falsificazione, poiché una firma autentica presenta sempre variazioni naturali dovute alla spontaneità del gesto.
Indipendentemente dalla tecnica, ci sono degli indici di falsità che sono ricorrenti:
Come abbiamo visto ci sono molti modi con cui qualcuno potrebbe falsificare una firma, che potrebbe essere anche la nostra! Un grafologo preparato e con esperienza è in grado di stabilirne l’originalità. Teniamo sempre conto del fatto che una firma abituale, ricca di automatismi e gesti tipo personali, è meno “copiabile” di una grafia rigida e standardizzata.
La falsificazione di una firma, indipendentemente dalla modalità utilizzata, comporta un notevole sforzo cognitivo e motorio.
Il falsario, concentrato sulla replicazione del modello, tende a trascurare aspetti più sottili come la fluidità, il ritmo naturale e la vitalità del tratto. Questo porta inevitabilmente a risultati innaturali, caratterizzati da rallentamenti, tremori e mancanza di coerenza grafica, tutti elementi che possono essere individuati da un’analisi grafologica approfondita condotta da un grafologo con strumenti tecnici e microscopici.
Il grafologo forense, in particolare, valuta l’autografia/apocrifia di una firma e la sua perizia vale come prova. Se vuoi approfondire il tema della grafologia forense puoi leggere qui il mio articolo dedicato.
Oltre agli strumenti sopra citati, il grafologo utilizza anche diverse tecniche, tra cui:
È utile chiedere una consulenza grafologica se si hanno dubbi sull’autenticità di firme apposte su contratti, assegni o altra documentazione. La perizia grafologica è utile sia in ambito civile che penale, ed è indispensabile per verificare la paternità di una firma.
Se hai il sospetto che un testamento non sia autentico, o hai un documento che non ricordi di aver davvero firmato tu, quello che devi fare è innanzitutto conservare il documento, poi raccogliere campioni autografi comparativi (meglio coevi) e rivolgersi a un grafologo/avvocato per l’attivazione delle verifiche tecniche.
La scrittura, e in particolare la firma, è il frutto di un gesto che nasce nel cervello e si traduce sulla carta attraverso un insieme di movimenti ormai automatizzati.
Una volta appreso il modello scolastico, ciascun individuo sviluppa delle personalizzazioni che rendono la propria firma unica e difficilmente ripetibile da altri. È proprio questa ricchezza di dettagli, di abitudini grafiche e di piccoli tratti inconsapevoli che permette di distinguere una firma autentica da un’imitazione.
Se hai un dubbio sull’autenticità di una firma, non esitare a prenotare una chiamata gratuita. Opero come grafologa professionista a Udine, Trieste e anche online; troverò la soluzione migliore al tuo caso.
Dott.ssa Romina Casella